- 18 Maggio 2019
- Postato da: Linda Caroli
- Categoria: Gestione del patrimonio

Spesso, quando si parla di gestione della liquidità, la frase che spesso mi sento ripetere è “ guardi, io i soldi preferirei metterli sotto al materasso!”
E infatti ci sono 1371 miliardi di euro (dato del 2018) sui conti correnti, che vorrebbe dire più o meno la stessa cosa.
Stiamo parlando di una massa “monstre” , cresciuta del 32% rispetto all’anno precedente, un dato che farebbe pensare a un popolo molto disorientato.
La gente ha paura di tutto: di perdere il lavoro, delle spese impreviste, dell’aumento delle tasse, della recessione.
Secondo un sondaggio realizzato da Anima Gfk a preoccupare gli italiani sarebbe per il 53% la recessione economica, per il 40% i timori sarebbero legati al rischio di perdita del lavoro e il 27% teme un aumento delle tasse.
E nel dubbio non prende decisioni, sopratutto nella gestione dei risparmi.
Verrebbe da dire che gli Italiani sono dei grandi accumulatori ma se consideriamo la scarsa, quasi nulla, redditività delle somme che giacciono sui conti, forse è il caso di fare qualche approfondimento al riguardo.
La liquidità sui conti non rende e ha dei costi di gestione che in un certo senso vanificano quel minimo di rendimento che in alcuni casi è possibile ottenere.
Il risultato di questo atteggiamento?
Che pur essendo il nostro, uno dei paesi con maggiore ricchezza al mondo ( mobiliare e immobiliare), è anche un paese dove tutta questa ricchezza viene praticamente sprecata.
I numeri ce lo dimostrano.
Da un’elaborazione WSI su dati Allianz-Euler Hermes, è emerso che un Finlandese in 15 anni (2003-2017) porta a casa un incremento dei suoi risparmi del 121% (8,64% media su base annua), mentre un Italiano porta a casa un misero 24% (1,71% su base annua).
E’ tutta questione di atteggiamento. In Italia si deve fare uno scatto in avanti dal punto di vista finanziario: il risparmiatore italiano deve considerare la consulenza finanziaria come opportunità.
Perchè il fai da te non premia.