- 13 Aprile 2019
- Postato da: Linda Caroli
- Categoria: Economia e Finanza

La vita sta cambiano radicalmente.
L’Italia sta invecchiando : nel 1800 l’aspettativa di vita non andava oltre i 40 anni, oggi si vive in media fino a 80 e il trend è in continua crescita. Basti pensare che gli ultranovantenni sono 700 mila e che le stime prevedono che saranno circa 2milioni tra quarant’anni. E se la vita si allunga, aumenta il rischio del verificarsi della non autosufficienza,
Oggi gli Italiani spendono 9 mld per fronteggiare questa spesa, una voce destinata a salire nei prossimi anni.
Oltre ad essere un paese particolarmente longevo, l’Italia ha anche un record negativo: l’indice di fecondità oggi è ai minimi storici, per cui andando avanti di questo passo, aumenteranno i pensionati e si ridurrà la forza lavoro.
In 30 anni ci sarà il doppio di pensionati da sostenere ogni 100 lavoratori.
Il rapporto ISTAT segnala che ogni 100 giovani (0-14 anni) ci sono 170 anziani (over 65 anni). Forse non tutti sanno che l’Italia è il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone; questo significa che la progettualità di ciascuno di noi nel tempo sarà destinata a cambiare: avremo maggiori responsabilità verso i nostri figli nonché verso i nostri genitori. E le esigenze da entrambe le parti saranno diverse.
Da qui una gestione consapevole del risparmio.
Per quanto riguarda la destinazione dei risparmi gli Italiani sono piuttosto fermi: dei 4400 mld di attività finanziarie, 1364 sono liquidi ed esposti a killer silenziosi come l’inflazione, che è bassa rispetto al passato, o la minaccia di una nuova patrimoniale che, invocata da OCSE e FMI, potrebbe calare come una mannaia sui portafogli degli Italiani.
E cosa dire dei Fondi Pensione?
A vent’anni dalla loro introduzione, e con masse gestite attorno ai 52 miliardi, rappresentano ancora una scelta non condivisa da molti. I numeri parlano chiaro: i giovani sono ancora poco sensibili allo strumento , proprio loro che ne otterrebbero i maggiori vantaggi.
Solo il 2% degli under 25 ha un fondo pensione complementare, mentre tra coloro che hanno un’età che va dai 25 ai 34 anni il 12,6% ha scelto di investire nella previdenza integrativa, come anche il 26% dei giovani dai 35 ai 44 anni. La percentuale cresce nella fascia d’età che va dai 45 ai 54 dove si raggiunge il 35% e scende tra gli over 55 arrivando al 22,1%.
Ciò che saremo domani dipende da cosa facciamo oggi.
E’ necessaria quindi una buona pianificazione finanziaria a suggerire un metodo di investimento che sposti lo sguardo oltre il breve periodo e capace di parlare non tanto di numeri, quanto di progetti di vita.
Da qui il ruolo fondamentale di un consulente che guidi il risparmiatore verso scelte consapevoli