- 20 Settembre 2018
- Postato da: Linda Caroli
- Categoria: Economia e Finanza

Sembra paradossale!
Tutti ne parlano ma ancora pochi li conoscono: i Piani Individuali di Risparmio , giudicati gli strumenti di rilancio per la crescita del sistema industriale italiano.
Eppure, stando a una recente analisi di Prometeia, la ricerca di questo strumento è ancora troppo limitata nel nostro Paese.
Il 44% degli Italiani dichiara di esserne all’oscuro e quindi la mancanza di conoscenza porta a una percentuale di possessori del prodotto pari all’1,4% del totale della popolazione.
Chi sono coloro che comprano i PIR? Sono i Baby Boomers persone ancora in attività e che godono di stabilità economica, con un’età compresa tra 56 e 65 anni. Una cerchia di clienti troppo ristretta rispetto alle potenzialità del nostro Paese.
I PIR sono strumenti che fungono da connettori privilegiati tra il mondo delle imprese e quello dei capitali e proprio per questa modalità di investimento, si rivelano ottimi veicoli auto esplicativi di educazione finanziaria.
I Pir consentono in modo semplice e conveniente ai risparmiatori di avvicinarsi a quello che viene definito un investimento azionario, ma che non richiede una conoscenza particolarmente approfondita dello stesso.
Perchè?
Perchè l’investitore non investe acquistando i singoli titoli presenti sul mercato, ma lo fa comprando un paniere che diversifica a sufficienza l’investimento.
Pertanto anche un risparmiatore che non abbia una forte conoscenza può avvicinarsi al mercato delle imprese ricevendo un interessante (e unico nel suo genere!) bonus fiscale: detenendo lo strumento per un periodo non inferiore ai cinque anni non paga le imposte sulle rendite finanziarie.