- 8 Febbraio 2019
- Postato da: Linda Caroli
- Categoria: Gestione del patrimonio

Tutti noi siamo legati a un progetto esistenziale, le nostre attività e i nostri comportamenti sono in parte diretti a garantirci la conservazione.
Costruiamo creando valore: la maggior parte delle nostre azioni ha un risvolto economico, lavoriamo non solo per conservarci, ma anche per accrescere il nostro patrimonio personale, familiare, aziendale.
Questa attività di miglioramento non deve andare persa: i figli devono dare continuità a ciò che i genitori si sono sforzati di creare ed accrescere.
L’individuo può in cuor suo sentirsi sereno e soddisfatto quando si rende conto che ciò che ha accumulato in termini di valori, conoscenza e patrimonio materiale avrà continuità nelle generazioni che gli succederanno.
Tale progetto dovrebbe avere un ruolo centrale in ogni persona.
Come ogni strategia, tutto ciò richiede consapevolezza, determinazione, coraggio, visione, pianificazione e organizzazione, sia in fase di costruzione di questo patrimonio che in fase di trasmissione.
Il consulente è quella figura professionale in grado di agevolare il cliente, grazie alla sua spiccata capacità predittiva, nel percorso di crescita del patrimonio e conservazione tra generazioni.
Spesso, a causa di comportamenti sbagliati,le persone tendono a rinviare quel momento in cui si devono valutare le modalità di trasferimento delle proprie attività , perchè convinte che si tratti di una questione da affrontare dopo. Invece le scelte di oggi possono condizionare quello che potrà essere in futuro il patrimonio che si lascia agli eredi legittimi e/o testamentari.
Assolutamente sbagliato lasciare che sia il caso, o peggio l’inerzia, a governare il momento del passaggio.
Si è sempre portati a rinviare la ricerca della soluzione perchè si crede che non ci sia, mentre l’esperto la conosce bene ed è in grado di dare soluzioni a problemi che spesso le persone non hanno il coraggio di affrontare.
Il lavoro del consulente ha quindi un’importante funzione sociale.